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    Milan: italian police occupies ICC meeting place

    Cesco
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    Milan: italian police occupies ICC meeting place Empty Milan: italian police occupies ICC meeting place

    Post  Cesco Tue Jan 27, 2009 5:27 am

    I copied and pasted a message from Corrente Comunista Internazionale (International Communist Current)

    See http://it.internationalism.org/

    In a few words, this message reports what just happened to the book shop where the Italian International Communist Current used to meet.

    This place has been occupied by the police.

    They also report some parts from a Cossiga's interview, a former Prime Minister, who explains how to deal with workers and students protesting against the system.

    His way is very easy…Fascism!

    If you need any help to translated parts of these message please let me know.

    Cesco

    Comunicato sullo sgombero del Cox 18 e della Libreria Calusca a Milano
    Una serie di messaggi pubblicati stamattina su Indymedia hanno dato la notizia secondo cui “La polizia ha occupato tutto lo stabile compreso l’archivio Primo Moroni e la libreria e non è possibile entrare. Hanno blindato il quartiere con tutte le specie di polizia e si sta creando un presidio con tutte le compagne ed i compagni disponibili. Si ricorda a tutti che anche il Torricelli/Circolo dei malfattori in via Torricelli è sotto sgombero e che si prevede possa succedere qualcosa entro i primi giorni di febbraio.”

    Quello a cui assistiamo è dunque l’agire del pugno forte dello Stato che cerca di ridurre al silenzio le voci di dissenso che esistono nella realtà sociale. Ma noi crediamo che ci sia in più un atteggiamento volutamente provocatorio tendente appunto ad attirare i compagni nella trappola della violenza per la violenza. L’ormai famosa intervista a Cossiga di cui abbiamo già riprodotto degli ampi estratti in un precedente articolo sul movimento degli studenti[1] non poteva essere più eloquente:

    “Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell'Interno. Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Nel senso che le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano”.[2]

    Un tentativo simile era stato già compiuto lo scorso autunno quando le bande neofasciste di Casa Pound, del Blocco Studentesco e di altri gruppi messi su allo scopo avevano cercato invano di creare la provocazione e di innescare la violenza nel movimento degli studenti, in modo da deviarlo dal suo cammino. Vedi in particolare l’episodio di piazza Navona documentato dal video di YouTube di cui diamo il collegamento web in nota.[3] Ma questo tentativo è risultato del tutto privo di successo nella misura in cui, se gli studenti si sono dichiarati nelle loro manifestazioni antifascisti, lo hanno fatto perché hanno giustamente riconosciuto il carattere provocatorio di questi gruppetti, rifiutando tuttavia di intraprendere una campagna di scontri con questi.

    Oggi il tentativo si ripete in un momento diverso e in un contesto diverso. In un momento diverso perché la dinamica del movimento degli studenti si è ridotta e c’è minore mobilitazione anche per la fase di esami cui gli studenti – almeno quelli universitari - devono sottoporsi. E in un contesto diverso perché si va a stuzzicare di proposito proprio quel settore dei Centri sociali dove le tentazioni a ripagare la violenza dello Stato con la stessa moneta, usata tutta e subito, è più forte. Non è un caso che nei vari post di Indymedia o di altri blog siano affiorate in maniera piuttosto esplicita anche suggerimenti di questo tipo.

    Noi pensiamo che la violenza sia uno strumento necessario e importante nella lotta di classe, ma che resti appunto uno strumento, mentre l’obiettivo primo che si deve porre un movimento di lotta è comprendere il perché della sua lotta e indirizzare questa lotta in una direzione coerente con le sue prospettive. In questo senso riteniamo che l’azione della polizia svolto stamattina sia una vera e propria trappola da cui i compagni devono guardarsi e su cui fare la massima chiarezza per poter efficacemente proseguire sul loro cammino.

    L’altro elemento che pure va preso in considerazione per capire come mai proprio adesso lo Stato si ricordi che esiste un centro occupato ormai da una vita è che, in una fase di difficoltà politica da parte della borghesia derivante sia dalla profondità della crisi che il capitalismo sta attraversando che dalla ripresa della lotta di classe a livello internazionale, occorre crearsi degli alibi per poter attaccare tutte le voci del dissenso, e particolarmente quelle di sinistra. In tal senso ancora una volta è Cossiga ad anticipare il motivo che seguirà successivamente la borghesia, quello che tende a connotare come terrorista tutto quello che si muove in sento antitetico al sistema attuale delle cose:

    “Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale”. E` dunque possibile che la storia si ripeta? “Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo”.

    Anche su questo ovviamente c’è da riflettere e, sebbene un personaggio come Cossiga, grande protettore di servizi segreti e delle loro malefatte, artefice di Gladio e al centro dei più inconfessabili segreti di Stato, sia veramente l’ultima persona che può permettersi di avanzare tali accuse, ciononostante bisogna capire che quello che dice Cossiga non è il delirio di uno sprovveduto ma è semplicemente il programma politico della borghesia nei confronti di una classe operaia non più disposta ad accettare di subire supinamente le restrizioni, gli abusi e le violenze alle sue condizioni di vita e di lavoro che vanno aumentando sempre di più.
    Stante la situazione naturalmente la Riunione Pubblica indetta dalla nostra organizzazione per domani pomeriggio alla Calusca non potrà tenersi e viene rimandata a data da destinarsi. Ciononostante riteniamo di mantenere l’appuntamento con i compagni che avevano intenzione di partecipare alla nostra riunione dando loro appuntamento alla stessa ora, le 17,00 di pomeriggio, fuori della libreria Calusca o dove il movimento deciderà di riunirsi (vedi Indymedia Lombardia), per solidarizzare con gli altri compagni presenti e per discutere assieme i motivi di quello che è accaduto e come reagire.



    Corrente Comunista Internazionale 22 gennaio 2009
    Cesco
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    Milan: italian police occupies ICC meeting place Empty Re: Milan: italian police occupies ICC meeting place

    Post  Cesco Fri Jan 30, 2009 12:17 pm

    This is the solidarity message from the Internationalist Luxemburgist Network sent to the International Communist Current about the above mentioned matter.



    Let's take back Cox 18, the Calusca Library and the Primo Moroni archive!

    The Internationalist Luxemburgist Network expresses its sympathy for the Italian comrades who had their Social Centre (COX 18 ) recently (22nd of January 2009) occupied by the police.

    Cox 18 comprises the Calusca library and the precious and historical archive Primo Moroni.

    This occupation is denying the community social initiatives. Furthermore, it refuses the community a meeting place where to discuss matters of social interest.

    This is the case of the Italian part of the International Communist Current who
    now is no longer able to meet at the Calusca library.

    “Workers of the World, Unite. You have nothing to lose but your chains!”

    Internationalist Luxemburgist Network

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